Caprarica elimina il Baco del millennio e cambia conduttore di Radio anch'io

uscito il 10 agosto del 2007Sul palinsesto dei programmi di RadioRai sta per abbatersi un ciclone. La fatidica data è prevista per settembre. Il direttore del Giornale Radio e della prima rete, Antonio Caprarica, ha deciso di dare un’altra brusca sterzata alla programmazione, una nuova impronta che attesti, ancora di più, che la sua gestione è autoritaria e senza fronzoli. Come sanno bene i sindacati che da quando c’è Caprarica non hanno mai mosso un dito. O quando l’hanno fatto hanno sempre preferito la versione soft, senza cioè disturbare troppo una direzione voluta dall’alto, dal governo Prodi e dai diessini.
Ma torniano alla rivoluzione di settembre, annunciata ad agosto, quando la maggior parte della redazione se ne sta in ferie. Dopo diverse stagioni “Il Baco del millennio” chiude i battenti. Il suo spazio sarà occupato dalla trasmissione di Giulia Fossà, una dei nuovi acquisti, esterni alla redazione, voluti da Caprarica in persona. Gli altri sono Maurizio Costanzo, Tiberio Timperi, Enrica Bonaccorti. Anche quest’ultima è destinata ad allargare il suo spazio a disposizione. Non andrà in onda solo il sabato ma anche durante la settimana.
Cambio della guardia che ha del clamoroso a “Radio anch’io”, trasmissione che riscuote da anni un successo di consensi e di ascolti, uno dei programmi cult della mattinata radiofonica della Rai. A condurre la prossima stagione non ci sarà più Stefano Mensurati ma Giorgio Zanchini. Due professionisti esemplari, ma politicamente schierati in posizioni diverse. Mensurati rappresenta uno degli ultimi baluardi vicini al centro-destra che non hanno subito epurazioni, Zanchini è un cattolico di area di centro-sinistra. Seppure non si tratti di un’epurazione vera e propria – a Mensurati è stata offerta la conduzione di “Baobab” – la mossa conserva un retrogusto amaro. Mensurati è molto seguito dai radioascoltatori e non ha mai nascosto le sue simpatie politiche per il Polo. Conduce brillantemente “Radio anch’io” da quattro anni, nel corso dei quali ha rispettato sempre la par condicio. Non a caso sono stati suoi ospiti tutti i politici italiani più noti, da Berlusconi a Rutelli, da Fassino a Fini, da Bertinotti a Casini. Si è distinto per il suo equilibrio anche nelle trasmissioni in campagna elettorale.
Tuttavia dall’avvento di Caprarica qualcosa è cambiato. In quest’ultima stagione ha dovuto farsi un po’ da parte nelle trasmissioni più importanti, quelle con ospiti illustri, lasciando la scena di prim’attore al direttore in persona. Poco male, se però le cose non fossero poi precipitate. Ovviamente per la direzione si tratta di un normale avvicendamento di programmi, anche se non facile da motivare. Da Mensurati nessun commento. Anzi, viene da chiedersi se sia stato informato di persona, visto che nelle redazioni quando avvengono certi tipi di avvicendamenti i diretti interessati sono sempre gli ultimi a saperlo. A prescindere dalla persona, quello che più lascia perplessi è il fatto che il centro-sinistra continua nella sua occupazione strategica degli avamposti di “regime”. Cappon, Riotta, Caprarica, Mineo, Badaloni sono solo alcune delle nomine volute dal governo Prodi. Ma Fassino non aveva detto che la Rai non andava occupata? “Quello che dice Fassino – commenta Maurizio Gasparri – non è importante nemmeno per la moglie. Neanche la sua signora lo sente più. Quello che sta accadendo in Rai è una vergogna. Il centro-sinistra ha un presidente, un direttore generale, e ora vuole anche la maggioranza del cda. La mia legge parla chiaro: se mandano via Petroni anche Petruccioli deve andarsene a casa e lasciare la presidenza a un esponente della minoranza. Senza Petroni, Petruccioli diventa un usurpatore di ruolo, un accattone istituzionale”.
Di sicuro le recenti spaccature del cda, all’interno del fronte della Casa delle Libertà, non hanno certo aiutato la difesa di alcune roccaforti. “Dividersi è stato un grosso errore – continua Gasparri – qualche consigliere si è fatto condizionare da coloro che davano… consigli sbagliati”.
Ma torniamo al nuovo palinsesto. Se ci sono buone notizie per Fossà e Bonaccorti, non si può dire la stessa cosa per Claudio Mantovani, responsabile delle rubriche speciali e per Igor Righetti di “Comunicattivo”, i loro programmi slitteranno a notte inoltrata. Su una cosa però Caprarica ha fatto un passo indietro: la rubrica “Questioni di Borsa” torna a 20 minuti e non ai 6-8 decisi dal direttore solo qualche mese fa.
Dunque, un bel po’ di cambiamenti per un palinsesto che non subiva così tante modifiche da diversi anni. Anzi, il direttore precedente, Bruno Socillo, come pensava una cosa si ritrovava addosso il cdr, l’Usigrai e più di mezza redazione. Addirittura una volta l’ala sinistra del cdr, Roberto Zampa e Niccolò Bellagamba, rassegnarono le dimissioni solo perché Socillo aveva cambiato le sigle dei gr. Questa volta, invece, le decisioni di Caprarica non hanno sollevato nessuna protesta, né dimissioni, o cumunicati dell’Usigrai (l’unico, quello soft del cdr che mette in guardia sullo spazio concesso a colleghi esterni a danno delle forze interne). Non c’è stata nemmeno un’assemblea informativa. Pensate che cosa sarebbe accaduto se la rivoluzione di settembre fosse stata decisa da Socillo. Apriti cielo.

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.