Dentro la notizia c’è una canzone. Parole di Di Bella. Il direttore del Tg3 chansonnier nel programma radiofonico Caterpillar e star al Premio Fregene

uscito il 16 luglio 2008

Se i politici possono schierare sul palco Silvio Berlusconi, anche la categoria dei giornalisti può vantare di avere uno chansonnier doc, Antonio Di Bella, direttore del Tg3, che al recente Premio Fregene ha sfoggiato una delle ultime canzoni del suo repertorio. Versi scritti per rispondere all’articolo apparso sul New York Times sugli italiani depressi. Di Bella rispose scherzosamente con una canzone alla Sinatra che diceva fra l’altro: «Siamo depressi e tristi un po’ quaggiù, lo scrive il Times , me lo ripeti tu, ma in questa Italia disastrata io canto questa serenata… Cosa ne sa il New York Times , di quanti baci mi dai, di Capri verso le sei, dell’importanza del poi».
Applausi scroscianti e grande soddisfazione per Daniela Tagliafico che ha rivelato la gradita sorpresa al pubblico di Fregene e il direttore del Tg3 non ha potuto tradire le attese evitando di esibirsi.
Altre strofe sono state dedicate alle elezioni francesi. «Ségolène ci propone una politica alla crème, socialismo senza eccessi ma con stile, repressione alle banlieue ma signorile. Sarcozy era un sindaco un po’ tosto di Neully, avvocato poi ministro di Villepin, lui disdegna la politica alla crème».
Ma non solo fatti internazionali, anche di casa nostra. Sulle liberalizzazioni a esempio: «Ti ho voluto tanto bene, tanti anni passati insieme. Un amore liscio come l’olio, un regime di ferreo monopolio. Ma oramai tutto è cambiato, dobbiamo aprirci al mercato, la parola chiave da scoprire ora è una soltanto: liberalizzare… Liberalizza i baci che mi dai, liberalizza le carezze e poi, i monopoli non son sexy ormai, liberalizza e ti innamorerai».
«La chiave è non prendersi troppo sul serio, vizio capitale di troppi giornalisti», spiega Di Bella, «complice delle mie performance Caterpillar, il programma di Radio 2 in onda dalle 18 alle 19. Qualche anno fa incontrai Massimo Cirri e Sergio Ferrentino. Mi invitarono alla loro trasmissione ma io accettai a una sola condizione: canto e suono, dissi, e non parlo perché si parla troppo».
«E da allora», prosegue il direttore del Tg3, «una canzoncina il lunedì è diventata una tradizione, prima anticipo i titoli del Tg3, poi faccio due chiacchiere scherzose su tutto. Del resto l’autoironia è la chiave di tutto. Sempre in par condicio, ovviamente, pure quando canto, perché bisogna stare attenti a usare temi trasversali, tipo caro petroli-ecologia».
Direttore, la vedremo in tv? «No, mai. Solo alla radio perché ha quel sapore carbonaro».
Suona chitarra e piano, ha cominciato a farlo 12 anni. Adora le canzoni e la musica brasiliana. I suoi artisti preferiti sono Caetano Veloso e Stefano Bollani, «il mio amico col quale ho avuto il piacere di suonare, assieme a Davide Riondino, al Caterpillar raduno».
Chissà se un giorno non si riesca a organizzare una sfida con il duo Berlusconi-Apicella. Magari sul Tg3 e rigorosamente in par condicio.

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.