Veronica conta già su un patrimonio di 20 milioni. L'impero di Arcore vale 8 miliardi

DALLA REPUBBLICA
di Ettore Livini

Tra moglie e marito, questa volta, a qualcuno toccherà metterci dito. L´avvio delle pratiche di separazione tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi apre anche un terremoto patrimonial-finanziario amplificato dalle cifre in ballo. I figli e il futuro di Fininvest, in questo caso, non c´entrano. La divisione dell´impero di Arcore e dei suoi otto miliardi di beni tra i due rami di casa Berlusconi – Marina e Piersilvio, figli di Carla Dall´Oglio da una parte, Barbara, Eleonora e Luigi nati dalle seconde nozze dall´altra – è un problema che resta sul tavolo. Ma che il Cavaliere potrà affrontare in futuro quando avrà deciso se e come redistribuire le quote di Fininvest (lui oggi ha il 65% mentre i figli controllano un 7% a testa).
I legali dovranno invece trovare subito – se le parti saranno d´accordo su questo percorso – un´intesa per chiudere in modo indolore gli aspetti finanziari dell´addio. E visto l´evidente sbilancio economico (i due sarebbero in regime di separazione dei beni) toccherà al premier liquidare con un assegno o con altri asset l´ormai ex-moglie.

I destini finanziari di Silvio Berlusconi e della First Lady, a dire il vero, sono stati separati già da tempo. Fino a qualche anno fa i due controllavano assieme un´immobiliare, la Minerva finanziaria, ceduta per 15 milioni circa a un magnate russo. Da allora Veronica si è messa in proprio. E ha aperto la Finanziaria il Poggio, un´azienda controllata al 100%, con cui ha iniziato la sua avventura autonoma nel mondo del mattone.

Oggi è proprietaria in Italia di un intero stabile nel centro di Milano in via Pontaccio affittato alla Gucci (valore di bilancio circa 11 milioni), di Palazzo Borromini a Segrate dove sono ospitati gli uffici del colosso farmaceutico Schering (6,5 milioni), di un appartamentino a Bologna (110mila euro) e di case a Porto Rotondo, in Sardegna, per 614mila euro.

All´estero invece ha fatto shopping a Londra, dove ha rilevato per circa 3 milioni una casa nella zona di Kensington e a New York, dove la Finanziaria il Poggio è titolare di un edificio a Manhattan, in pieno centro. In tutto un patrimonio superiore ai 20 milioni, già messo a reddito.

Miriam Bartolini, insomma, il vero nome di Lario, non rischia certo di restare al verde. Ma il patrimonio di suo marito, va da sé, è infinitamente superiore. Le sue casseforti (le Holding Prima, seconda, terza e ottava) gli hanno girato a gennaio 169 milioni di dividendi e – malgrado l´esborso – hanno ancora in pancia 752 milioni in contanti e il 65% della Fininvest.

Il Biscione tra liquidità (quasi 4 miliardi) e azioni Mediaset, Mediolanum e Mondadori (altri 3) vale altri 7 miliardi. L´impero immobiliare del premier è custodito invece sotto il cappello della Dolcedrago e della Idra, che controllano le varie ville da Arcore a Macherio, da Lesa a Lesmo, dalla Sardegna fino alle Bahamas. Il loro valore è difficile da stimare anche se il Cavaliere ha immobilizzato questi beni (sottostimandoli) per oltre 200 milioni.

All´epoca della separazione dalla prima moglie, nel 1985, Silvio Berlusconi aveva liquidato Carla Dall´Oglio con 6 appartamenti e 2 negozi a Milano, 3 miliardi (di lire) in obbligazioni Enel, un miliardo per comprarsi una nuova casa e i soldi necessari per un appartamento a Londra. Difficile che questa volta se la possa cavare (si fa per dire) così a buon mercato.

[04-05-2009]

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.