Mangiare la pizza non ti fa invecchiare

da www.doctorwine.it

di Enzo Di Giacomo

Un dato per fotografare lo stato della pizza in Italia: l’Associazione Verace Pizza Italiana con oltre 500 locali associati in Italia e nel mondo ha registrato un fatturato di 182,5 milioni di euro, 91 dei quali in Italia. E a promuovere la pizza come cibo antitumorale e antinvecchiamento è sceso in campo anche l’oncologo di fama mondiale Umberto Veronesi.
La pizza che nasce come un cibo per i poveri, sta diventando un’alternativa al cibo tradizionale, con pizzaioli che in alcuni casi sono veri e propri chef. Un momento favorevole allo sviluppo, quindi, soprattutto per quel mondo giovanile in crisi occupazionale. E se ne sono visti tanti di giovani premiati alla Città del Gusto dalla guida “Pizzerie d’Italia” del Gambero Rosso che ha fotografato dal nord al sud del Paese una realtà prospera, in crescita, ambasciatrice del made in Italy nel mondo.
Sono sempre più numerosi i pizzaioli italiani che portano nel mondo la loro professionalità e l’esperienza per educare al culto della pizza con le materie prime di qualità italiane.
Dal Piemonte alla Sicilia i campioni della pizza al piatto e in teglia con una schiera di pizzaioli ai quali il Gambero Rosso nella sua veste di formatore ha dedicato particolare attenzione in Italia e in particolare alla Città del Gusto a Napoli.
Si diceva dei giovani. Forse quelle di Flavio Briatore non erano provocazione, quando un mese fa parlando agli studenti della Bocconi aveva detto: «Più che una startup, vi consiglio di aprire una pizzeria». Ci sono giovani laureati in Filosofia, in Ingegneria che si sono dedicati con umiltà e coraggio alla professione di pizzaioli portando con se quell’apertura mentale, innovativa che gli studi hanno formato.
Sono oltre 450 i locali presenti nella guida, suddivisi in pizza napoletana, pizza all’italiana, pizza gourmet. Con storie particolari che meritano di essere segnalate. Come quella di Antonio Oliva che si è fatto le ossa dapprima come chef nell’alberghiero, lavorando poi nella pizzeria di famiglia che ha chiuso nel 2001. E costringendo Antonio a lasciare la Calabria. Ma Antonio va a bottega (come avveniva per i pittori nel Rinascimento) di Gabriele Bonci, a Roma, per integrare le conoscenze, per diventare un divulgatore della pizza. E ad Acri, città di 22mila abitanti in provincia di Cosenza, apre la sua pizzeria. Storie di gente comune che affida alla pizza la ragion d’essere.
Sono stati premiati con “Le pizze dell’anno” tre locali: “Mediterraneo” a Brugnera (Pordenone) con Orlando Bortolami, che ha esercitato l’arte dello chef anche con Gennaro Esposito. La pizza di Orlando: «Nuvola con carciofi sardi, culaccia, mozzarella di bufala, pomodoro corbarino, origano di Pantelleria e Parmigiano Riserva 30 mesi».
Altro locale premiato è “Bellavista” a Picinisco, piccolo borgo in provincia di Frosinone con 1200 abitanti, con Mario De Vittoris «Pizza con orapi, mozzarella e speck». E per la Campania? C’è “Villa Giovanna” di Gianfranco Iervolino con «Pizza con crema di cavolfiore, code di gamberi, veli di lardo di Colonnata e scorza di limone sfusato d’Amalfi».

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.