Matera, Capitale europea della Cultura 2019, dalla “dolente bellezza” a laboratorio di città europea

di Enzo Di Giacomo
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Mai tanta partecipazione di scrittori, registi, architetti, economisti e soprattutto della città intera e della Regione per promuovere una città “Capitale europea della Cultura”. E’ successo per Matera, la città dei Sassi, dei Greci, dei Romani, dei Bizantini e dei Longobardi, Arabi, Svevi e Angioini sino a giungere a Carlo Levi che ha elevato l’immobile civiltà contadina lucana a dimensione umana. «Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza».

Matera ha avuto la meglio su altre 5 città italiane in lizza per essere designate a Capitale europea della Cultura del 2019: Ravenna, Perugia-Assisi, Siena, Lecce, Cagliari, aggiudicandosi un posto nella Storia. Sì perché il 2019 segnerà una svolta nella millenaria storia della città.
L’impatto dell’evento non si esaurirà nel 2019, proseguirà per decenni. Matera dalla “vergogna nazionale” a Capitale europea della Cultura 2019, riscattata nel tempo da Rocco Scotellaro, Carlo Levi, Adriano Olivetti, Pier Paolo Pasolini che proprio 50 anni fa aveva voluto girare alcune scene del “Vangelo secondo Matteo” proprio fra i Sassi: Matera come Gerusalemme.
Matera è la quarta città italiana ad essere designata Capitale europea della Cultura dopo Firenze nel 1986, Bologna nel 2000 e Genova nel 2004.
Ha scritto Carlo Levi nel 1950: «Io uso dire, in modo paradossale, che l’Italia ha due capitali e che una è Torino e l’altra è Matera. Queste due capitali così opposte e lontane, l’una, tutta ragione e storia, e l’altra fuori della ragione e della storia, sono necessarie l’una all’altra e si possono intendere benissimo fra di loro».
“Fuori della ragione e della storia” aveva scritto Carlo Levi, ma a riportare Matera nella ragione e nella storia ci ha pensato l’Europa, la cui Commissione ha voluto che nel 2019 la città del Sud Italia, del Sud dell’Europa fosse la Capitale europea della Cultura. Che da questo storico avvenimento si aspetta un riscatto a livello nazionale ed europeo, aspettando un’ordinata invasione di turisti europei e non solo.
Matera, con i suoi 60.000 abitanti, è il baricentro storico e geografico di un territorio che coinvolge oltre ai 131 comuni della Basilicata, la Puglia con la dorsale della Murgia e delle Gravine, nonché i territori del Pollino in Calabria e del Cilento in Campania.
Matera sta vivendo una stagione felice nel turismo, nonostante le ataviche difficoltà di collegamento (è l’unica Regione italiana, con il Molise, a non avere un aeroporto, il più vicino è l’Aeroporto Internazionale di Bari a circa 60 chilometri di distanza). Nel 2013 gli arrivi sono stati 131.423 (+11,1%), mentre le presenze sono state 206.687 (+12,8%). Un turismo che genera flussi interessanti, che proietteranno Matera e la Basilicata tra le città e le regioni a più alto tasso di gradimento anche grazie alla designazione dell’Europa. Secondo dati Unioncamere, il settore del turismo incide per il 6% sul PIL della Regione. Nelle previsioni contenute nel “Dossier Open future”, il turismo dopo il 2019 si attesterà su 600.000 arrivi l’anno, il 50% dei quali stranieri.
Il riscatto del Sud, la proposta di una nuova visione del Sud per cancellare tanti luoghi comuni e pregiudizi, la consapevolezza di una città ri-nata, che aveva attratto anche l’imprenditore illuminato Adriano Olivetti, arrivato a Matera pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Aveva trovato una città dalle condizioni igienico-sanitarie di forte miseria, con un tasso di mortalità infantile che superava il 40% e un alto tasso di analfabetismo. Adriano Olivetti la definisce “capitale simbolica” del mondo contadino e la trasforma in un laboratorio, riqualificando i rioni storici con l’intervento di urbanisti e architetti (Borgo La Martella).
«Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà» ha scritto Carlo Levi, il medico-pittore torinese aedo della Lucania diventato scrittore dopo essere stato inviato al confino per la sua attività antifascista nel 1935-36 ad Aliano, dove è sepolto nel cimitero del paese.
Il profondo senso umano di questa gente così radicata nel suo territorio, che nel corso dei secoli ha conosciuto momenti di splendore (come nel periodo della Magna Grecia), alternati a lunghissimi periodi di marginalità, si manifesterà in modo pieno e coinvolgente in quell’anno: le famiglie materane, attraverso un programma coordinato dalla “Fondazione Matera 2019”, metteranno a disposizione i propri alloggi o parte di essi, proponendo un’esperienza in famiglia.

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.