Dietro la lavagna solo la D’urso

Lo share è impietoso per i talk politici, ma vola per le trasmissioni in cui si discute dei casi personali (Uomini e Donne della De Filippi) e di cronaca nera. Anche qui però si rischia l’implosione. La tv del dramma e del dolore non può trasformarsi nella spettacolarizzazione dell’evento. Conduttori e inviati sembrano animati dallo spirito di Csi scena del crimine. Fanno i detective alla ricerca di indizi, prove e colpevoli più che i cronisti con il compito di raccontare la storia. In tutto questo bailamme gli incidenti di percorso sono dietro l’angolo. False piste che deviano le indagini, falsi testimoni che cercano solo di apparire in tv. Eppure, invece di intervenire su queste pagliacciate che danneggiano merito e contenuti di redazioni e trasmissioni, l’ordine dei giornalisti interviene denunciando Barbara D’urso. Perché solo lei?

Quanti conduttori e opinionisti che non sono giornalisti si cimentano nelle interviste? Pensiamo solo al calcio: Tardelli, Mauro, Bergomi, Boban sono forse giornalisti? Di tanto in tanto è sicuramente sensato richiamare al senso del dovere e al codice deontologico, senza però criminalizzare un unico conduttore (tra l’altro il più in auge). Il monito rischia di diventare fuorviante. Sembra quasi una campagna ad hoc, mirata solo a far rumore. Perché non si organizza un faccia a faccia televisivo tra i vertici dell’ordine dei giornalisti e la D’urso? Se non altro diamo un turno di riposo alla Polverini e ai sindacalisti. Sarebbe opportuno che se ne occupasse Mediaset, magari Telese o Del Debbio.

LA DIFESA DI MARA
«Barbara D’urso la capisco benissimo – sottolinea Mara Venier all’Adnkronos – Ci sono passata anche io per le interviste ai leader politici a Domenica In. Ogni domenica sera l’Ordine dei Giornalisti faceva un comunicato dicendo che io non potevo fare quelle interviste perché non ero giornalista. Non potendone più dissi basta. Accadde dopo l’intervista a Berlusconi. Ogni leader aveva 20 minuti. Berlusconi arrivò e raccontò una barzelletta che da sola durava 15 minuti e così l’intervista sforò». Scoppiò il finimondo.

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.