Messaggero. Il piano per i nuovi direttori: esterni e con contratti modello spoil system

CARLO VERDELLI
CARLO VERDELLI

A Viale Mazzini si aspetta la Befana. Non certo per i doni o per il carbone ma perché coincide con l’arrivo in azienda di Carlo Verdelli, il direttore che dovrà studiare nuove formule sinergiche, nonché nuovi progetti da sviluppare, per migliorare l’informazione Rai. Nei tiggì, online e soprattutto all’interno delle reti, nelle quali sovente si assistono a trasmissioni con conduttori e giornalisti che generano un po’ di confusione. Ovviamente Verdelli avrà bisogno di tempo per studiare la situazione, quindi è molto probabile che le nomine dei direttori dei tiggì possano slittare di qualche mese. Per quanto riguarda le reti invece i tempi dovrebbero essere più rapidi. Dopo le ultimi vicissitudini di Capodanno è cresciuto il pressing nei confronti di Campo Dall’Orto, che non sarà di fatto a.d. prima di febbraio (dopo lo statuto e l’assemblea dei soci). Con i pieni poteri arriverà la prima ondata che dovrebbe toccare le generaliste, Rai pubblicità (l’ad Fabrizio Piscopo sembra destinato a lasciare la poltrona), la Comunicazione (si cerca un professionista, non giornalista, che possa sostituire Costanza Esclapon) e forse Rai Sport (Carlo Paris è osservato speciale, visto che quest’anno ci sono Olimpiadi ed Europei di calcio).

Finora tutti i nuovi dirigenti scelti dal dg hanno un contratto a tempo determinato. Una priorità di Campo Dall’Orto è quella di fare contratti  esterni della durata di tre anni. Lo stesso periodo del suo mandato. In pratica – manda a dire – mi gioco la partita con la mia squadra. Quando arriva il triplice fischio togliamo il disturbo in blocco. Una sorta di spoil system. Ma se le cose dovessero andare bene comincia un altro campionato. Con questa formula la Rai sarà invasa da manager esterni, i quali però non saranno come quelli assunti da Gubitosi, in larga maggioranza a tempo indeterminato.

BOOM DI ESTERNI

Finora i tasselli che sono stati coperti sono il coordinamento dell’informazione (Verdelli); le attività digitali su web, social e network (è arrivato l’ex La7 e Mtv Gian Paolo Tagliavia); il Marketing (Cinzia Squadrone); lo staff del dg (Guido Rossi); l’ufficio stampa (Luigi Coldagelli). Poi c’è Lucia Nicolai, per ora collaboratrice con Rai4, ma che presto diventerà la referente della quarta rete di Viale Mazzini. Attualmente incorporata nella struttura di Rai Gold, diretta da Roberto Nepote, che comprende anche Rai Premium e Rai Movie. Tra le reti tematiche che stentano a decollare ci sono Rai5, Rai Cultura, Rai Scuola e Rai Sport2. Di queste è la prima che rischia di più. Potrebbe anche essere chiusa. Le altre occorre tenerle accese per il contratto di servizio. Il secondo canale sportivo dovrebbe essere a disposizione del Coni e delle federazione sportive minori che non hanno il palcoscenico televisivo.

LE GENERALISTE

Raiuno mantiene lo zoccolo duro dei telespettatori e degli ascolti. Fiction, eventi come Panariello e Morandi-Baglioni, l’intrattenimento, i game show, il Festival di Sanremo. Raidue si è ripresa negli ultimi tempi, Raitre ha avuto risultati altalenanti. I tre direttori di rete sono tutti sulla graticola. Il primo a saltare potrebbe essere Andrea Vianello (Raitre). Come sostituto il nome più gettonato è quello di Andrea Salerno, giornalista, autore tv e direttore editoriale della Fandango. Anche Giancarlo Leone è tra gli indiziati a cambiare incarico. Ma trovare un direttore che lo possa sostituire alla guida della rete ammiraglia non è un compito facile. Si fanno i nomi di Tinni Andreatta (che se dipendesse da lei non mollerebbe mai la poltronissima di Rai Fiction) e di Angelo Teodoli, attuale direttore di Raidue, ma profondo conoscitore di Raiuno per averci lavorato a lungo. In ribasso le quotazioni di Simona Ercolani e di Maria Pia Ammirati (direttore di Teche Rai). C’è poi un Pippo Baudo che farebbe carte false per partecipare al rodeo, ma il conduttore compie 80 anni tra pochi mesi. Dei tre direttori Teodoli è quello più saldo. Se però dovesse traslocare a Raiuno anche la seconda rete avrebbe bisogno di un nuovo direttore. Quello che ha in mente Campo Dall’Orto nessuno lo sa. Appare cordiale con tutti ma resta sempre distaccato. Di recente ha preso le distanze anche dalla presidente Monica Maggioni, che per smaltire lo smacco ha deciso di secretare la sua agenda degli appuntamenti. Per quanto riguarda i tiggì si stanno dando molto da fare Nino Rizzo Nervo e Gianni Riotta, spalleggiati da Michele Anzaldi, legato da sempre a Gentiloni. Obiettivo potrebbe essere sistemare Riotta al Tg3. Non solo Bianca Berlinguer ma anche Mario Orfeo e Marcello Masi non possono dormire sonni tranquilli, seppure tutti e tre i tiggì restano i programmi più visti nelle rispettive reti. Per il Tg1, se dovesse saltare Orfeo, i nomi più gettonati sono Antonio Di Bella (attuale corrispondente da Parigi) e Sarah Varetto, il direttore di SkyTg24. A proposito di direttori e corrispondenti, l’ex numero uno del giornale radio e di Radio1 Antonio Preziosi è da inizio anno con sede a Bruxelles.

RAI CINEMA

La partita più importante si gioca sul budget di Rai Cinema. Non è da escludere che Campo Dall’Orto possa fare una mossa: lasciare alla società solo il budget per le co-produzioni, mentre portare sotto lo scudo della sua struttura i milioni che servono per gli acquisti (dai film alle serie tv internazionali).

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.