Grazie Signora Lia… ti fermerai sognando. Lettera di un fan a Claudio Baglioni per i 50 anni di carriera

Dai pettegolezzi sulla Signora Lia ne sono passati di anni, 50 dicono le cronache. Mese in più, mese in meno. Ma tanto caro Claudio Baglioni tu non fai marcia indietro mai. Preferisci andare avanti senza pene né rimpianti, senza dire non lo faccio più. Del resto è la tua vita e te la giochi ogni istante, a poco a poco, sempre sotto braccio la tua libertà. Quella libertà che ricordi a malapena e che era tutti i tuoi pensieri, il tuo pranzo e la tua cena. Libertà, quella sola amica quando avevi tutto e niente e credevi che la gente fosse tutta amica tua. E avevi ragione, perché la gente è sempre stata amica tua. Tranne in occasione del tuo primo Lp, ritirato dal commercio per scarse vendite. Ma gli inizi sono duri per tutti. Anche per te che venivi soprannominato “agonia” per i testi dei brani che componevi.

Ma basta solo una canzone, una semplice illusione per avere quello che non hai. Non t’importa d’esser chissà chi, ti basta una chitarra per girar tutta la terra. La tua casa è la tua pelle, il tetto son le stelle e le coperte sono i sogni.

A proposito di sogni. Ci hai fatto immaginare di tutto di più con la maglietta scollata della ragazza con la faccia pulita che ti ha rimorchiato chiedendoti una sigaretta. Hai fatto venire dei complessi di inferiorità ai ragazzi che non fumavano. Costringendoli, se non altro, a comprare pacchetti di sigarette e accendini, nella speranza che un giorno ci fosse una faccia pulita che chiedesse loro: “Hai da fumare o da accendere”.

Non abbiamo mai saputo se la ragazza che indossava la maglietta scollata fosse la stessa della maglietta fina tanto stretta al punto che t’immaginavi tutto. Beato te, sempre pieno di donne. Del resto, hai pure chiesto libertà dalle ragazze che ti sono corse dietro.

Eppure, la solitudine ti ha colpito. E ce l’hai raccontata. Quando hai camminato con la pioggia e il vento, hai riso spesso e qualche volta hai pianto, ma cento e mille volte sei rimasto solo cavandotela sempre a modo tuo.

Ma sei un uomo giusto o giusto un uomo? Ci hai pure insegnato che per morire ci basterà un tramonto. In una gioia che fa male di più della malinconia. E in qualunque sera ci troveremo non dobbiamo buttarci via. Non lasciare andare un giorno per ritrovar se stessi. Figlio di un cielo così bello perché la vita è adesso. Grazie a te ora tutti ci guardiamo intorno e ci chiediamo se questo è un nuovo giorno o un giorno nuovo. Grazie Claudio per i 50 anni di canzoni, capitano coraggioso con il vento di una vita sulla faccia in questo nostro breve tempo senza età.

Tanto avrai sempre il tuo tempo per andar lontano, camminerai dimenticando, ti fermerai sognando.

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.