Dopo gli arresti domiciliari scoppierà la pandemia dei divorzi e degli obesi

I cronisti, le forze dell’ordine, criminologi e psicologici lo sanno bene: la maggior parte delle liti familiari – che spesso scoppiano in tragedia – avvengono durante le vacanze di Natale, quando si sta assieme dentro casa. Il marito, i figli, tutti si sentono prigionieri nelle quattro mura domestiche e spesso manifestano la loro intolleranza con un eccessivo nervosismo. Con la donna di casa che assume le sembianze del vigile per dirigere il traffico, nonché il pompiere per spegnere ogni miccia che si accende. Poi quando diventa arbitro sono guai: infuriano le discussioni. Non c’è Var che tenga.

Oggi il Coronavirus ci sta costringendo agli arresti domiciliari. Non si può uscire, tutto è chiuso, non resta che starsene a casa come ci chiedono tutti. Ci stiamo, ma che sofferenza. Peggio delle feste natalizie. Niente più cornetto, caffè e chiacchierata al bar. Se provi a uscire  trovi i carabinieri che ti seguono con le pattuglie. Se vai al supermercato ti prende l’angoscia. L’atmosfera è da the day after. Sale la tristezza, viene meno la libertà di fare una camminata liberatoria e antistress. Fortunato chi ha il cane, almeno può respirare una boccata d’ossigeno fuori. E poi ci sono i ragazzi: che strazio! Chi se li ricordava così pesanti e invadenti! Povere maestre e babysitter: ma come fanno a sopportarli per tante ore? Ora che non c’è la scuola il genitore, non solo deve stare con i bambini per tutta la giornata, ma addirittura deve sostituirsi all’insegnante e andare avanti col programma scolastico, rispettando le indicazioni e le raccomandazioni del preside. Un cumulo di stress che si aggiunge al resto. Ma che balle! Ridateci l’ufficio.

Non sappiamo ancora quanto dureranno questi arresti domiciliari. Ciò che però intuiamo è che alla fine di questa vicenda così surreale aumenteranno i divorzi. Perché più tempo si passa in casa tutti assieme e più gli spigoli diventano montagne. E visto che di Messner ce n’è uno… gli avvocati lavoreranno di sicuro.

In Cina è accaduta la stessa cosa. C’è stato un boom di divorzi al termine della quarantena in famiglia. La forzata convivenza per settimane h24 ha minato i rapporti coniugali. L’ansia, lo stress e la paura da virus hanno contribuito a fare la frittata.

A proposito di frittata: stare a casa tutto il giorno per tanto tempo ci farà diventare obesi come cocomeri. La giornata trascorre tra un pasto e una spizzicata varia. Dal mandarino alla banana, dallo yogurtino al panino. Poi quando c’è bisogno di affondare la depressione si va all’assalto del barattolo della Nutella. Sì, d’accordo che combattiamo contro un nemico invisibile ed è sempre meglio farlo sul divano che al fronte, tuttavia il frigorifero ci schiavizza. E noi siamo più che mai vulnerabili in questo periodo. Se poi qualcun altro dei prigionieri in casa si mangia l’ultima fetta di prosciutto rimasta, siamo capaci di fare una strage.  Meno male che ci sono i social che sdrammatizzano un po’. E si inventano di tutto. Come le faccette con la mascherina o le frasi divertenti che si leggono su qualche profilo, tipo quella: “a forza di lavarmi le mani sono riusciti fuori gli appunti della maturità”.

Evviva la creatività e abbasso il Coronavirus.

* Pubblicato sul Quotidiano del Sud venerdì 13 marzo 2020

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.