Tinny Andreatta lascia Rai Fiction e approda a Netflix

L’ALTRAVOCE DELL’ITALIA – QUOTIDIANO DEL SUD

Che cosa hanno in comune il Commissario Montalbano con L’Amica Geniale? I Bastardi di Pizzofalcone con i Medici o Imma Tataranni? La risposta potrebbe essere facile: sono fiction della Rai. Di RaiFiction, appunto, che da anni con i suoi prodotti tiene alta la colonnina degli ascolti. Ma da chi è diretta RaiFiction? Da Eleonora Andreatta, soprannominata Tinny, una delle colonne portanti di Viale Mazzini. Ebbene da ieri Tinny ha deciso di lasciare il suo incarico che durava da 8 anni, l’ultimo anno a scadenza consentito ai dirigenti Rai. Otto anni di massimo splendore che un protocollo sul mandato pluriennale ha finito per dare l’inesorabile pennellata di bianchetto.
Ma la Andreatta non se ne va al cinema o a teatro come spettatrice, bensì non rinuncia al suo ruolo di manager e approda a Netflix con l’incarico di vicepresidente delle serie originali italiane. E va sicuramente a guadagnare di più perché a Netflix non c’è il tetto imposto per legge ai dirigenti Rai di 240 mila euro l’anno.
Del resto per una manager come la Andreatta, che ha portato risultati ottimi a Viale Mazzini, non è difficile trovare qualcuno sul mercato che le offra di più. Tinny era arrivata alla direzione di Rai Fiction nel settembre 2012 e ora, a partire da luglio, guiderà il team che sviluppa e crea le serie originali italiane per la piattaforma. Resterà a Roma e si rapporterà con Kelly Luegenbiehl, il vicepresidente delle serie originali per Netflix.
Occuperà il ruolo che Felipe Tewes ha ricoperto per 3 anni. Tewes – spiega in una nota la piattaforma -assumerà un nuovo incarico come direttore che sarà annunciato prossimamente.
In Rai le produzioni di successo scelte da RaiFiction hanno attratto le nuove generazioni e sono state vendute a livello internazionale. Negli ultimi anni la Andreatta si era fatta promotrice di investimenti all’estero per grandi co-produzioni. Netflix è apparso interessato alle serie italiane. Basti ricordare la serie Suburra del 2017. Nel solo 2020 è previsto il lancio di altre serie originali come Baby, Luna Nera, Summertime, Curon. I nuovi progetti comprendono Zero, l’adattamento del libro di Marco Missiroli, Fedeltà e dell’ultimo libro di Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti.
IL SALUTO DELLA RAI
«Eleonora Andreatta lascerà l’azienda per intraprendere una nuova avventura professionale dopo 25 anni di lavoro in Rai. Il ruolo di direttore di Rai Fiction sarà preso ad interim dall’AD Fabrizio Salini». Lo riferisce una nota di Viale Mazzini. «Tinny Andreatta è stata – si legge nella nota – nei suoi anni trascorsi in Rai, una risorsa importante nella crescita della nostra Azienda. La sua competenza e autorevolezza hanno consentito alla Rai di imporsi in un settore, come quello delle fiction, che è completamente mutato negli ultimi otto anni. Tinny lascia un team di grande qualità, che affronterà il futuro con la stessa passione, energia innovativa e spirito di Servizio Pubblico di sempre. A lei vanno gli auguri di buon lavoro e nuove soddisfazioni professionali da parte di tutta la Rai».

IL SALUTO DI TINNY ANDREATTA
«Lascio questa azienda che è stata la mia casa da sempre – ha detto Eleonora Andreatta – La casa del servizio pubblico che mi ha accolto e dato la straordinaria opportunità di crescere, di formare le mie competenze e metterle a disposizione di un progetto e di un sistema di valori che ne costituiscono l’essenza e ne alimentano una missione nella quale mi sono profondamente riconosciuta. Non è stato facile prendere questa decisione e so quello che lascio e quanto debbano alla Rai la ricchezza e l’esperienza che porto con me».E ora si aprirà la guerra di successione all’interno di Viale Mazzini.

ZACCARIA E IL TETTO DEI 240 MILA
«Il caso di Eleonora Andreatta mette in luce l’inadeguatezza del limite indiscriminato ai compensi dei dirigenti Rai – sottolinea Roberto Zaccaria all’Adnkronos, costituzionalista ed ex presidente dell’azienda di Viale Mazzini – La Rai è servizio pubblico ma opera in regime di concorrenza sul mercato. Imporre il limite dei 240.000 euro ai compensi di tutti i suoi dirigenti, rischia di relegarla ad un ruolo minoritario nello scenario di un mercato dei contenuti audiovisivi, dove è sempre più forte la presenza dei grandi player internazionali, come appunto Netflix. Questa norma restrittiva – prosegue Zaccaria – rischia di creare uno schiacciamento innaturale al vertice, dove tutti i dirigenti guadagnano la stessa cifra. Sarebbe auspicabile modificare la norma, prevedendo almeno un numero di dieci deroghe da applicare ad alcune figure apicali. Altrimenti, il rischio è che la Rai si trovi fuori mercato e che i suoi dirigenti più apprezzati lascino l’azienda».

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.