Prg Roma, Veltroni evita la guerra con Caltagirone

uscito il 13 febbraio 2008L’ultima pagina scritta dal sindaco Veltroni resterà nella storia. La capitale ha il suo piano regolatore, il consiglio comunale l’ha approvato nonostante il risveglio di questi ultimi giorni delle opposizioni, e gli attacchi del Messaggero, scagliatosi ferocemente contro le varianti che si volevano inserire nell’accordo. È finita con Veltroni che alza il pugno del vincitore davanti a microfoni e telecamere (mentre Berlusconi illustra da Vespa il suo programma elettorale), con alcuni consiglieri dell’opposizione incatenati per protesta, e con Caltagirone che almeno per il momento può esultare perché le varianti hanno trovato il semaforo rosso. Anche se (o se preferite ma anche) l’impressione che si ha è quella che da qui allo scioglimento del consiglio comunale (previsto tra una decina di giorni se Veltroni si dimette oggi, poi tocca al commissario fino alle elezioni) la maggioranza possa tentare un nuovo assalto per far passare almeno una delle tre varianti tanto care alla Lamaro di Toti.
Ricordiamo che le tre varianti nel mirino di Caltagirone, ma volute da Toti sono: 1) Bufalotta, 1.063.000 metri cubi, nella quale la Lamaro si è impegnata in caso di approvazione a portare a termine anche il progetto del polo universitario Luiss nel quartiere Parioli; 2) Progetto Millennio, 188.000 mc, alla Magliana, area ex Alitalia, dove dovrebbe sorgere la Fonopoli di Renato Zero; 3) Torri dell’Eur, un’area che interessa oltre che alla Lamaro (10%) anche Fintecna, Armellini e Ligresti. Ora resta da vedere se alla giunta Veltroni converrà forzare la mano in questi dieci giorni (il candidato Walter non può inemicarsi un quotidiano come il Messaggero in piena campagna elettorale). Di sicuro sembra improbabile che un commissario in carica per un mese si possa prendere una simile responsabilità. Ma Toti continuerà a spingere (e con lui anche un altro grande costruttore, Parnasi, che in tandem con la Lamaro ha realizzato in questi anni progetti mega-galattici). A Toti manca una ciliegina su una torta ricca di grandi fette appetitose come la Nuova Fiera di Roma, la chiesa 3 vele, gli ex mercati generali dell’Ostiense, la Galleria Colonna, quartieri edilizi a Porta di Roma, Laurentina, il teatro all’interno di Villa Borghese.
Nell’era Veltroni è andato molto bene anche Parnasi. Anni e anni di compensazioni edificatorie con cubature di milioni di metri cubi hanno permesso alla Parsitalia di edificare zone su zone. La cessione ai municipi competenti della tenuta di Tor Marancia, del Pineto, del Pratone delle Valli hanno permesso di ricevere in compenso 800 mila metri cubi all’Eur-Laurentino, centralità importanti (da un milione di metri cubi ciascuno) al Pescaccio, alla Pisana e a Castellaccio, inoltre il complesso edilizio Romanina, quello Mz 39, il nuovo multisala all’interno del centro commerciale Porta di Roma (realizzato con la Lamaro).
Il Gruppo Santarelli si è portato a casa complessi residenziali di oltre 70.000 mc alla Bufalotta, altrettanti a Case Rosse e Santa Palomba, un milione e mezzo di mc a Ponte Nona, il centro commerciale Roma Est a Lunghezza (550.000 mc con 220 negozi), il parco commerciale a Torre Spaccata, i complessi industriali di La Rustica e Settecamini.
La Vianini di Caltagirone, oltre ai lotti per l’ampliamento del raccordo anulare e alla nuova Metro C, ha ottenuto i lavori del nuovo complesso sportivo di Tor Vergata, destinato ai mondiali di nuoto, del polo universitario sempre nella stessa zona. Ma ha avuto poco alla Bufalotta (in confronto a Toti) e questo affronto sembra sia stato il motivo del contenzioso. Tuttavia sul piatto ci sono ancora alcune fette molto gustose della torta, su tutte la riqualificazione della vecchia Fiera di Roma sulla Colombo soggetta a gara e la zona Acilia-Madonnetta, con Pirelli che vende la sua parte. Chi compra? Avanti c’è posto.

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.