Al diavolo Alitalia, che fallisca! La Lega boccia l’assistenzialismo. Basta con il monopolio. Il leghista Reguzzoni contrario a un altro intervento del governo. Ora via al libero mercato

uscito il 20 settembre 2008La Lega punta i piedi: l’era dell’assistenzialismo e dei prestiti ponte è finita. La trattativa Alitalia è fallita, tanto meglio. Ora avanti tutta con il libero mercato. Pochi concetti ma chiari, quelli espressi dal leghista Marco Reguzzoni, ex presidente della provincia di Varese e attento conoscitore dell’argomento Alitalia e Malpensa, oggi vicesegretario nazionale della Lega Nord. «Berlusconi ha fatto il suo dovere, ha mantenuto quanto promesso in campagna elettorale. Ha detto che esisteva un’altra cordata, ha cercato in tutte le maniere di salvare la compagnia di bandiera, ma i sindacati l’hanno impedito. Peggio per loro, la nostra coscienza è a posto».
Domanda. E ora che cosa accadrà?
Risposta. Il mercato risolverà i problemi. Il nostro è un paese di gente che ha bisogno di volare, quindi il vuoto che Alitalia lascerà sarà colmato velocemente, ma questa volta in condizioni di mercato, e non in condizioni protette da assistenzialismo di Stato.
D. Quindi Linate sopravviverà e Malpensa decollerà?
R. Chiudere Linate o vietarne l’utilizzo delle piste significa monopolio. Quegli spazi vuoti fanno gola a tanti operatori. Non si può continuare a tutelare una compagnia come Alitalia che non è in grado di coprire gli spazi. Nel libero mercato non esiste la compagnia protetta. Gli spazi liberi sono a disposizione di chi vuole occuparli ed è giusto che li utilizzi. Con questo principio non si può chiudere né Linate né Malpensa né qualsiasi altro aeroporto. Il taglio dei voli a Malpensa ha fatto perdere posti di lavoro e passeggeri. Qualche decina di migliaia di persone senza lavoro. Eppure ci sono grandi spazi di crescita per il futuro. In un regime libero non esiste che una compagnia tenga gli slot inutilizzati. Che ci sia un monopolio tra due compagnie per i voli tra Milano e Roma, con prezzi alti, servizi scadenti e offerta che lascia a desiderare. Viva la libera concorrenza e chissenefrega dell’Alitalia: se fallisce la Barilla mica dobbiamo finanziarla per avere la pasta sui banconi! Siamo rimasti gli unici a non avere voli low-cost tra le nostre città. Tra Roma e Milano dovremmo pagare 60-70 euro e non quelle cifre che si pagano oggi, che un altro po’ si spendono per andare a New York.
D. Quindi il governo deve mollare l’Alitalia al suo destino. Niente più aiuti…
R. Basta con i prestiti, con l’assistenzialismo. Nessuna lira in più. Che vendano gli aerei. Che liquidino tutto. Tanto non c’è problema per i passeggeri: arriverà qualcun altro. La gente vuole viaggiare. Via libera alla concorrenza, più servizi. Nel giro di 15 giorni gli spazi si riempiranno. Tra 5 anni ci verrà da ridere ripensando a questa vicenda.
D. Cassintegrazione, mobilità, ammortizzatori sociali: ma a pagare è sempre lo Stato?
R. Sì, ma è una misura temporanea. Non si tratta di quell’assistenzialismo pagato a caro prezzo da contribuenti, passeggeri e dal sistema di aziende.
D. La colpa del fallimento della trattativa è tutta dei sindacati che non hanno firmato?
R. Certo. Il sindacato vive ancora protetto e non si rende conto della realtà.
D. Il libero mercato risolverà anche i problemi dei piloti?
R. Senza dubbio. I piloti non resteranno senza lavorare. Il traffico aereo cresce del 20% l’anno. Il passeggero deve essere libero di scegliere con chi viaggiare. Una volta era diverso, era giusto avere e finanziare una compagnia di bandiera per collegare il paese con il mondo, oggi è una logica vecchia. Sono le compagnie che vengono qui. Si va ovunque perché si pagano i biglietti. L’ultimo paese occidentale ad avere ancora in testa la compagnia di bandiera è il nostro. Il libero mercato non costa ai contribuenti. L’Alitalia ha finito per pagare tutti i suoi privilegi. Non ultimo quello di avere la manutenzione a Napoli. In tutti gli altri paesi si fa negli hub.

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.