tutte le buche portano a Roma

TRA i tanti primati che fanno di Roma la città più vanitosa del mondo ce n’è uno di cui i romani farebbero volentieri a meno: le buche. Non c’è metropoli in Europa che abbia un asfalto peggiore di quello capitolino. E non c’entrano i sampietrini, amati dagli storici e odiati dai centauri e dalle donne coi tacchi alti. Sono bastati alcuni giorni di pioggia torrenziale e consecutiva per ridurre il manto stradale in uno stato peggiore rispetto a quello, vergognoso, di poco più di un anno fa, quando a furor di popolo il sindaco Veltroni e la sua giunta stanziarono 70 milioni di euro in fondi straordinari, da aggiungere a quelli ordinari, per ridare un aspetto decente all’asfalto. E ora siamo al punto di partenza. Pedoni, centauri e automobilisti sono furiosi.

La città di Roma ha complessivamente 5500 km di strade, delle quali 700 di grande viabilità. A marzo il Comune renderà nota la ditta che si è aggiudicata il bando per l’appalto centralizzato.

Un’unica società che sarà responsabile dei lavori e della manutenzione.

Tuttavia i romani da anni continuano a chiedersi: possibile che solo l’asfalto di Roma si sbriciola con la pioggia? Perché non accade la stessa cosa in Gran Bretagna, in Norvegia, in Olanda e nelle altre nazioni europee, dove – tra l’altro – piove molto di più? Qualcuno prima o poi ci darà una risposta?

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.

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