la pillola che se non la prendi avvisa il dottore

DAL CORRIERE DELLA SERA

FINORA c’erano i blister e i dispenser con l’allarme, gli orologi con la vibrazione, e gli animali da compagnia robot in grado di avvertire il padrone dell’appuntamento quotidiano con il salvavita. Ma nessuno aveva pensato alla soluzione più semplice: che fosse la pillola stessa ad avvertire quando viene ingerita dal malato. La rivoluzione potrebbe avverarsi presto grazie all’idea che proviene dai laboratori della Kodak ed ha appena superato l’esame del severo ufficio brevetti americano ( ■ Guarda il documento): un minuscolo trasmettitore a radiofrequenza inserito nelle capsule comunicherà a un ricevitore esterno che il medicinale è stato assunto. Ecco nella pratica cosa succederà: il paziente è a casa e deve prendere una pastiglia gialla del nuovo tipo alle 12, ma si dimentica di farlo. Alle 12.30 il ricevitore, nient’altro che una scatola presente in qualche punto della casa, comunica via telefono alla centrale che il segnale è ancora forte e chiaro, quindi la persona è a rischio. Caso opposto: il paziente prende la sua brava pillola, che raggiunge lo stomaco dove viene sciolta dagli acidi e completamente metabolizzata insieme alla microradio. Alle 12.20 – per esempio – la radiolina si spegne, e il ricevitore manda un segnale di ok alla centrale. Terzo caso: il paziente prende la pillola sbagliata, quella delle 7 di sera per esempio. Altro allarme: il ricevitore “sente” che alle 12.20 la pillola della 7 è già spenta e si preoccupa. Una soluzione ideale, anche in contesti ospedalieri, per tenere sotto controllo tutti i casi con pazienti difficilmente gestibili o dalla memoria corta. L’idea si basa sul Rfid (identificazione a radio frequenza), un microchip e un’antenna in grado di segnalare dati a distanza, tecnologia fino ad oggi utilizzata per risolvere problemi legati alla dislocazione delle merci in magazzini e negozi, all’antitaccheggio, agli accessi controllati in aree riservate e più in generale all’identificazione, come dimostra l’iniziativa del Governo americano di inserire le etichette Rfid nei passaporti. La novità presentata da Kodak è che l’etichetta a radiofrequenza è non soltanto ingeribile, ma anche digeribile, dato che è realizzata con componenti organici. Il dispositivo esterno che effettua il monitoraggio sulle pillole avrà la certezza non soltanto che il malato ha inghiottito, ma che la medicina è stata distrutta dagli acidi dello stomaco: quando questo avviene, l’etichetta smette di segnalare la propria esistenza al ricevitore. E se si considera che i composti con cui si realizzano le pillole e le relative etichette possono essere di diverso tipo, il medico sarà in grado di effettuare diagnosi semplicemente valutando quali (o in quali tempi) composti si distruggono nello stomaco e quali no. Le “etichette fragili”, come sono state chiamate nel brevetto della Kodak, potranno essere utilizzate anche in altre applicazioni medicali, dato che sono concepite anche per distruggersi quando sottoposte a stress meccanico, oltre che chimico. Le si potrà quindi utilizzare in chirurgia e ortopedia, per esempio per valutare il corretto funzionamento di una protesi o per capire quando le ossa o i legamenti di un paziente si sono consumati, insieme all’etichetta, ed è necessario intervenire.

Marco Consoli

Corriere della Sera, 19 febbraio 2007

Marco Castoro

Giornalista. Scrivo di media, informazione e tv. Tifo Roma, sono cresciuto con le canzoni dei cantautori. I miei idoli: Totti, Al Pacino, Ancelotti e Audrey Hepburn.